EL CASEL DE LA GNOCCA

La Gnocca era una donna di nome Maria ed era originaria di Mornico un’altra frazione di Vendrogno, ma viveva a Comasira. Era nata alla fine del 1800 ed era molto povera. Andava spesso nella latteria vicino a casa per farsi dare il “lacc de penacc” (il latticello che restava nella zangola dopo aver ottenuto il burro e che si dava senza farlo pagare perchè si inacidiva subito). Di lavoro faceva la tessitrice, aveva il telaio in casa sua e faceva la “tela de ca”  (tela di cotone grossolana) inoltre tesseva una tela molto grezza che veniva utilizzata per fare i “boracc” una specie di pezzotti che venivano usati da mettere sulle spalle sotto i gerli per alleviare un po’ il fastidio degli spallacci che per il peso dei gerli carichi premevano sulla pelle.  Il “boracc” era indispensabile in alcuni casi quando si doveva trasportare il letame oppure le defecazioni dalle latrine di casa perché allora i bagni non esistevano e si utilizzavano dei gabinetti rudimentali che si spazzavano periodicamente e in questi casi entravano in scena i gerli e i boracc. …Fatelo fare ai ragazzi e ragazze dei giorni nostri…!!   Beh! ritorniamo a parlare della signorina Gnocca, si signorina perché era zittella ed era molto amata dai bambini, spesso scappavano dai loro genitori e si rifugiavano da lei. La guardavano lavorare col telaio e l’aiutavano, un po’ perché era vecchia, grossa e anche un poco gobba, era piena di dolori e continuava a lamentarsi dicendo:” me dol chi lò chi lò e chi lò”  (mi fa male qui, qui e qui). I bambini andavano a prenderle l’ acqua alla fontana e a volte la legna per il fuoco che veniva acceso all’interno della stanza che però era priva del camino, così la stanza era tutta nera di fuliggine. Da qui nacque il detto “negro come el casel de la Gnocca” si usa ancora questo modo di dire quando si vuole indicare un locale particolarmente sporco.

 

Grazia V.

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