Milano e Comasira parlano di me da….i dialoghi impossibili

Milano inizia il dialogo seduta su di una grossa poltrona di pelle. ” Io sono una grande città e offro tutto quello che un uomo può chiedere, in tutti questi anni gli ho dato varie possibilità di divertimento e di lavoro. Gli ho offerto cinema, teatri, locali notturni,bar, ristoranti, sale da gioco e molto altro, poi per quanto riguarda il lavoro, gli ho concesso  molte opportunità”. Comasira, che fino ad allora era rimasta ad ascoltare in silenzio, seduta su un tronco di larice, sospirò e con un filo di voce disse:” … ma allora come mai preferisce passare il suo tempo quì da me?”. ” Probabilmente”, ribattè Milano, ” perchè è un ingrato, un irriconoscente. Certo non capisco cosa gli puoi offrire tu, che hai solo boschi e prati!”. “E’ vero sono una piccola frazione in mezzo alle montagne e posso offrire solo silenzi e tranquillità, ma forse… … è quello che lui cerca”. ” Io vorrei proprio sapere!!” sbottò Milano un po’ seccata. ” Gli ho dato tutto, c’è gente che non mi lascerebbe mai perchè io posso offrire tanti soldi, basta essere un po’ cinici, furbi e menefreghisti”. Comasira abbassando gli occhi e il tono della voce disse quasi fra sè:” probabilmente lui non è così egoista e arrivista come le persone che hai appena descritto”. ” Insomma BASTA!!” gridò Milano adirata, non fare la saputella arrogante!!”. Comasira non rispose, si girò solo a guardare la Grigna illuminata dal sole e sospirò. Milano restò zitta per alcuni minuti poi riprese con voce più calma. ” Gli ho dato anche amici e amori e… …” Comasira improvvisamente interruppe la grande città e con tono calmo ma deciso replicò:”… ma glieli hai anche tolti e mi sembra che si sia allontanato sempre più da te, fino ad andare ad abitare in altre città”. ” Ooooh quante storie!” sbottò di nuovo Milano, ” è solo uno stupido idealista, quasi quasi sono contenta che se ne sia andato, non ho bisogno di persone così, non mi danno niente” e alzò le spalle accomodandosi meglio sulla grande poltrona imbottita. Comasira restò zitta, ma pensò che a lei invece andava di ospitarlo e di annoverarlo tra i suoi abitanti, poi rivolgendosi a Milano le disse:” potremmo chiederglielo appena arriva, così saprai il perchè di questa sua scelta”. ” OK!” disse la metropoli, ” ma so già che sarà una risposta insensata e incomprensibile, ma… … zitta! eccolo che arriva, dai chiediglielo tu” disse Milano al piccolo paesino.

Io rimasi muto per qualche secondo, poi senza esitazioni spiegai alla città e al paesino che … era vero, Milano mi aveva dato tanto, ma, in cambio, mi aveva chiesto molto di più e poi violentemente mi aveva tolto tutto, mentre Comasira mi aveva accolto, senza fare domande, nella sua tranquillità, nella sua aria profumata e con umiltà mi aveva fatto dono di due beni preziosi, la pace e l’amicizia. Amicizia che ho trovato nei suoi abitanti e in particolare in alcuni di essi e dalla pace delle sue giornate che come nell’antichità sono scandite ancora dal sorgere e dal tramonto del sole. Sentimenti che una grande città come Milano tende ad annullare ad appiattire, le amicizie sono quasi tutte interessate e nessuno fa niente per niente… … … Quando smisi di parlare e mi voltai per andarmene, Milano, seduta dietro uno spesso velo di smog, stava già coccolando alcune persone che si stavano arricchendo a spese di altre e mi aveva già dimenticato. Comasira, invece, restando seduta sul tronco di larice rossastro e profumato, rivolta verso la Grigna e i Pizzi di Parlasco, mi offriva una giornata di sole e di profumi e il suo vento fresco chiacchierava con la campana eolica appesa sul terrazzo di casa.  Sergio 

6 risposte a Milano e Comasira parlano di me da….i dialoghi impossibili

  1. Alessandra Vecchi ha detto:

    Bellissimo Sergio! Bravo!

  2. Josefina ha detto:

    il cerchio della vita …torni sempre tra le braccia di madre terra…dove la felicità e l’amicizia non ha un prezzo ma si regala fratello sole ❤

  3. teresa ha detto:

    Wow! Non si possono dimenticare, annullare le nostre origini, la nostra anima che viene dalla natura. Cara città mi dai tanto, sei l’elogio dell’operare umano, ma l’essenza della vita da te, si è persa per strada. Ecco perchè ho bisogno di veder sorgere il sole più volte nella stessa giornata….
    Dialogo stupendo e vero.
    Teresa

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